Tomaso Binga - Homo ornat locum _ non hominem locus

Per festeggiare un importante traguardo, i novant’anni di Tomaso Binga, la Fondazione Filiberto e Bianca Menna, il Lavatoio Contumaciale, la FUIS – Federazione Unitaria Italiana Scrittori e l’Associazione FigurAzioni, sono liete di annunciare la mostra personale Homo ornat locum - non hominem locus che si terrà nella sede romana della Fondazione, in via dei Monti di Pietralata 16, dal 20 febbraio al 10 aprile 2021: la mostra sarà visitabile dal 22 febbraio, solo su appuntamento. 

*** L’artista sarà presente il 20 febbraio, alle ore 12:00, in diretta facebook al link https://www.facebook.com/tomaso.binga, con riprese video a cura di Rosa Galantino.

 

Homo ornat locum - non hominem locus è la frase che si può leggere guardando nel suo insieme Locus, una grande opera realizzata da Tomaso Binga nel 2005 (mai presentata al pubblico e incompiuta) su un progetto del 1995 che fa parte del ciclo Biographic dove la scrittura, per osmosi, diventa pittura: «nell’85 ho stipulato un armistizio tra Scrittura e Pittura con il Biographic che ho presentato alla XI Quadriennale di Roma». 

 

Per l’occasione l’artista recupera la scritta di Cicerone HOMO LOCUM ORNAT - NON HOMINEM LOCUS (L’uomo nobilita la dimora – non la dimora l’uomo) MCMXXIV A FUNDAMENTIS presente sul fronte di un fabbricato del comprensorio condominiale realizzato nel 1923 dall’architetto Marcello Piacentini che ospita il Lavatoio Contumaciale, associazione nata per volere di Binga che inaugura il 15 giugno 1974 con una sua performance (Parole da conservare Parole da distruggere), per sottolineare che quello spazio dell’arte, la casa dell’artista appunto, è anche a pieno titolo uno spazio che si apre all’aperto dell’altro, «a divenire casa di chiunque voglia contribuire in modo operoso, come esecutore creativo o fruitore non passivo, alla realizzazione dell’arte»: di un’arte in contumacia e di un pensiero divergente e di una necessaria disobbedienza nei confronti dei conformismi, delle sterili convenzionalità. 

 

Composto da venti elementi (e precisamente da dieci grandi tele 190x100 sormontate da altrettante piccole tele 35x100 che vanno a delineare una sorta di fregio in cui si prolungano e vibrano i segni del Biographic) il maestoso lavoro è una operazione performativa collettiva che prende forma e si realizza con l’apporto e il coinvolgimento del pubblico. In Locus, che è la casa dell’artista, ma anche di colui che la frequenta, Binga vuole chiedere oggi agli amici dell’arte e del cuore di lasciare una piccola traccia di sé sulla superficie del grande quadro per modificarlo e aiutarlo a crescere, per portare a conclusione quella operazione avviata appunto negli anni Novanta del secolo scorso e mai terminata. (Le tracce saranno documentate via via in un quaderno che raccoglierà le firme di quanti hanno agìto sull’opera).

 

* Si ringraziano la Galleria Tiziana Di Caro (Napoli) e Frittelli Arte Contemporanea (Firenze).
Un ringraziamento particolare a Maria Grazia Chiuri, Andrea Cortellessa, Paolo Cortese, Maria Chiara Cozza, Anna D’Elia, Lorenzo Mango, Filippo Menna, Grazia Menna, Filiberto Pasca, Antonio Passa, Raffaella Perna, Cetta Petrollo, Lidia Pucciarelli, Antonio Natale Rossi, Silvia Stucky, Claudio Tringali, Angelo Trimarco, Angelo e Nicola Vassallo, Paola Romoli Ventura e l’Arci Nazionale.